Tutte le azioni si disperdono e vengono annientate dall’inesorabile scorrere del tempo; “tutto ciò che è stato detto e conosciuto procede verso un destino di oblio cosmico” (E. Thacker). In questo flusso incostante ci ritagliamo un semplice momento che tenta di collegare i diversi episodi della traiettoria di un implacabile, imprevedibile divenire.
Apologia della transitorietà, “ongoingness” si compone di un filo di cotone che, nel passaggio da una bobina a un’altra, si immerge in un composto chimico che ne determina lo scolorimento. Tuttavia, la massa di ciò che è stato non è la forma definitiva dell’opera: come “in equilibrio tra durata e cambiamento” (Gianni Celati), essa si scarica in un perseverante rallentare aprendosi a nuove, impercettibili variazioni.