Anemocoria ‒ 2021

installation
Kunstschau, Lecce
plexiglass, dandelion pappus

L’interpretazione in chiave dicotomica del circostante risulta poco adatta a descrivere una realtà che, più che binaria, sembra essere porosa e incoerente e reggersi su un criterio di compenetrazione, più che di contrapposizione. Emblema di tale condizione potrebbe essere il tarassaco, una pianta che, con discrezione, popola l’urbano. Nella sua forma più caratteristica, ovvero quella dell’infruttescenza, questi si disfa per spargere i suoi semi: la distruzione è funzionale alla rigenerazione e viceversa. La tragedia intrinseca alla nostra natura consiste nel fatto che ad ogni minimo gesto, il mondo si altera, si attivano processi imprevedibili e ingestibili. Il disfacimento di un equilibrio implica la possibilità che se ne crei un altro; ciò che si conclude in un posto ricomincia da un’altra parte, forse in una forma diversa. Molto ha vissuto, molto è stato perduto: e va bene così.


photo credit: Alice Caracciolo

The dichotomous interpretation of the surrounding seems to be poor suitable for describing a reality that, rather than binary, seems to be porous and incoherent. An emblem of this condition might be the dandelion, a plant that discreetly populates cities. In its most peculiar form, namely the blowball, it unravels to spread its seeds: destruction is functional to regeneration and vice versa. The intrinsic tragedy of our nature consist in altering the world by every slightest movement, processes unpredictably and unmanageably start. Destroying an equilibrium imply the possible arising of another one; what ends in a place re-start somewhere else, eventually in a different form. Much has lived, much has been lost: and that’s fine.


photo credit: Alice Caracciolo